E’ senza dubbio complesso
definire lo stato di degrado di un paese, e ancor più , in base a quali
elementi è possibile definirlo. Per degrado urbano si intende quel fenomeno di
incuria ed inciviltà, che riguarda sia il territorio e sia i cittadini.
Sono da considerarsi degradati i paesi ove vi siano edifici fatiscenti, rifiuti abbandonati, illuminazione carente e scarsa viabilità, dovuta tanto alla presenza di buche sul manto stradale, quanto a fognature non funzionanti, a veicoli abbandonati, soste non autorizzate o a lavori lasciati incompiuti. Allo stesso modo, devono essere ritenute zone di degrado ambientale, dove manchino o siano carenti i servizi pubblici essenziali, come ad esempio l’attività di polizia e vigilanza. Questi eventi favoriscono l’idea che la Pubblica Amministrazione sia carente o, quantomeno, distratta. In un paese degradato, il sentimento di insicurezza è diffuso e radicato, e numerose ricerche dimostrano che esso appare correlato più alla presenza di questi fenomeni, che non alla vera e propria esperienza di essere vittima di un reato. In sintesi, il degrado urbano è sinonimo di cattiva qualità di vita.
Molto spesso gli stessi
cittadini contribuiscono ad aggravare la situazione di degrado depositando i
sacchetti della spazzatura di nascosto, in ogni angolo e non rispettando il
calendario di raccolta, oppure non bonificando le feci dei propri cani portati
a spasso, e quando abbandonano i veicoli in disuso. Ma quanti sono stati gli
interventi della polizia municipale mirati per arginare questi fenomeni? In
poche parole la mancanza di controlli contribuisce quasi quanto i cittadini al
degrado di un paese. Il nostro paese sta attraversando sicuramente un momento
difficile, ma la situazione economica nazionale viene troppo spesso usata come
alibi. Qualsiasi richiesta viene stroncata sempre allo stesso modo: “non ci sono i soldi” oppure, “il controllo è carente perché il
territorio è vasto e i vigili urbani sono pochi”.
Le strade sono ormai
impraticabili, senza troppa differenza tra il centro e la periferia; il manto
stradale, se così si può ancora definire, presenta innumerevoli “crateri” che
rendono difficile il transito per qualsiasi mezzo e nel contempo sono un
costante pericolo per l’incolumità dei passanti ed un rischio continuo di danni
a cose. Le cunette di raccolta dell’acqua piovana ai lati delle strade ormai
non esistono più e quando piove la sede stradale diventa un torrente in piena.
Ma spesso i problemi lamentati
dai cittadini non sono gli stessi percepiti dagli amministratori comunali. Tra
loro c’è chi ha battuto i pugni sul tavolo esigendo la costruzione della
piscina comunale, chi ha chiesto e ottenuto la realizzazione di un impianto di
illuminazione nello spazio ricreativo vicino alla chiesa della frazione di
Furnolo con una spesa di € 14.604,70, mentre gli abitanti di via Carrano a
Teano Scalo sono rimasti al buio dopo che l’ENEL ha staccato la corrente per
morosità del Comune di Teano. Si costruisce un altro impianto quando non si
riesce a pagare la corrente per quelli già esistenti! Poi si potrebbe parlare
della piazza costruita vicino all’ufficio postale di Teano, dei passaggi
pedonali ormai distrutti, della piazza Ludovico Abenavolo. L’elenco è lungo e i
cittadini lo sanno bene.
La nostra amministrazione ha
sempre ragionato in grande: Volete l’asfalto senza buche? Allora vi faremo un
aeroporto!
Americo Balasco
PUBBLICATO SU IL MESSAGGIO DEL MESE DI MARZO
PUBBLICATO SU IL MESSAGGIO DEL MESE DI MARZO
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