Il Savone (chiamato
anche Savone delle ferriere e in dialetto locale “Saon”) è un torrente che
nasce da alcune sorgenti della Caldera del vulcano di Roccamonfina, che dopo un
percorso tortuoso, attraversa i comuni di Teano e Francolise, tra una ricca
vegetazione e profonde sponde di tufo, sfociando nel mar Tirreno dopo aver
ricevuto vari affluenti, a una cinquantina di chilometri sul litorale di
Mondragone. Nel primo tratto, nelle sue fredde acque, vive la trota Fario e
l’orchidea spontanea Elleborina del Savone, scoperta da pochi anni ad opera
dello studioso teanese Antonio Croce. Questo torrente ha avuto in passato una
notevole importanza per la popolazione teanese poiché le sue acque davano
energia all’antica Ferriera delle Gomite, oltre ad essere considerato
probabilmente un fiume sacro dai Sidicini e dagli Aurunci che lungo le sue
sponde hanno prosperato e creato importanti santuari come quello scoperto sul
fondo Ruozzo nel territorio di Teano oltre alla necropoli sannitica in località
Torricelle.
Oggi questo torrente è
vittima dell’inciviltà e della cattiva politica. Il tratto compreso dal Ponte
degli Svizzeri, sulla provinciale 608 Teano – Caianello alle porte di Teano
fino alla foce, è disseminato di rifiuti di ogni genere, frigoriferi, buste di plastica,
lattine, bottiglie, contenitori di polistirolo per ortovivaismo, gomme di
automobili, tubi di gomma usati per l’irrigazione dei campi e tanto altro.
Tuttavia non si conoscono i dati relativi all’inquinamento chimico che potrebbero
essere effettuati dall’ARPAC. Sotto accusa rimane anche la rete fognaria in
moltissimi casi inadeguata e la scarsità di depuratori funzionanti lungo tutto
il tratto, compresi quelli dei suoi affluenti. Gli scarichi della rete fognaria
direttamente nelle acque dei torrenti rappresenta troppo spesso la normalità.
Goletta
Verde, la celebre campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio ed
all’informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane,
spesso mette sotto accusa le foci dei torrenti per l’inquinamento delle nostre
coste, una scia inquinante, spesso maleodorante, carica di batteri e scarichi
non depurati che dai torrenti raggiunge il mare e lambisce le coste, compresi i
rifiuti solidi urbani che minano anche la sopravvivenza di molti animali marini
come i cetacei e le tartarughe che molte volte ingoiano questo materiale e ne
provoca la morte.
A livello locale intanto, non si conoscono le
azioni che l’amministrazione comunale ha messo in atto per contrastare il
fenomeno dell’abbandono dei rifiuti lungo le sponde del torrente, ne tantomeno
si conoscono gli sviluppi della vicenda riguardante l’area della ex fabbrica de
“La Precisa”, che attualmente è sotto
sequestro per il rinvenimento in alcuni depositi costruiti proprio lungo la
scarpata che interessa il Savone, di fusti che contengono fosforo rosso e per
le coperture di questi magazzini fatte con amianto-cemento in pessimo stato di
conservazione. Questo materiale pericoloso, vista la forte pendenza del
terreno, potrebbe raggiungere in qualche modo il letto del torrente con tutte
le conseguenze che ne potrebbero derivare.
Lo stato di deterioramento e degrado di questi
luoghi, causato dagli scarichi inquinanti e dall’inciviltà, comporta un
evidente danno ambientale con conseguenti responsabilità collegate anche a
reati contro la salute pubblica e contro l’ambiente, ma il perseverare
nell’inerzia, con la complicità del silenzio, è un fatto molto grave
considerato l’interesse prioritario della salvaguardia dell’ambiente e della
tutela del diritto alla salute.
Americo Balasco
Pubblicato sulla Gazzetta di Caserta di sabato 12 gennaio 2013
Pubblicato sulla Gazzetta di Caserta di sabato 12 gennaio 2013
Nessun commento:
Posta un commento