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domenica 13 gennaio 2013

Il torrente Savone soffocato dalle discariche abusive


Il Savone (chiamato anche Savone delle ferriere e in dialetto locale “Saon”) è un torrente che nasce da alcune sorgenti della Caldera del vulcano di Roccamonfina, che dopo un percorso tortuoso, attraversa i comuni di Teano e Francolise, tra una ricca vegetazione e profonde sponde di tufo, sfociando nel mar Tirreno dopo aver ricevuto vari affluenti, a una cinquantina di chilometri sul litorale di Mondragone. Nel primo tratto, nelle sue fredde acque, vive la trota Fario e l’orchidea spontanea Elleborina del Savone, scoperta da pochi anni ad opera dello studioso teanese Antonio Croce. Questo torrente ha avuto in passato una notevole importanza per la popolazione teanese poiché le sue acque davano energia all’antica Ferriera delle Gomite, oltre ad essere considerato probabilmente un fiume sacro dai Sidicini e dagli Aurunci che lungo le sue sponde hanno prosperato e creato importanti santuari come quello scoperto sul fondo Ruozzo nel territorio di Teano oltre alla necropoli sannitica in località Torricelle.

Oggi questo torrente è vittima dell’inciviltà e della cattiva politica. Il tratto compreso dal Ponte degli Svizzeri, sulla provinciale 608 Teano – Caianello alle porte di Teano fino alla foce, è disseminato di rifiuti di ogni genere, frigoriferi, buste di plastica, lattine, bottiglie, contenitori di polistirolo per ortovivaismo, gomme di automobili, tubi di gomma usati per l’irrigazione dei campi e tanto altro. Tuttavia non si conoscono i dati relativi all’inquinamento chimico che potrebbero essere effettuati dall’ARPAC. Sotto accusa rimane anche la rete fognaria in moltissimi casi inadeguata e la scarsità di depuratori funzionanti lungo tutto il tratto, compresi quelli dei suoi affluenti. Gli scarichi della rete fognaria direttamente nelle acque dei torrenti rappresenta troppo spesso la normalità.

Goletta Verde, la celebre campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio ed all’informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane, spesso mette sotto accusa le foci dei torrenti per l’inquinamento delle nostre coste, una scia inquinante, spesso maleodorante, carica di batteri e scarichi non depurati che dai torrenti raggiunge il mare e lambisce le coste, compresi i rifiuti solidi urbani che minano anche la sopravvivenza di molti animali marini come i cetacei e le tartarughe che molte volte ingoiano questo materiale e ne provoca la morte.

 A livello locale intanto, non si conoscono le azioni che l’amministrazione comunale ha messo in atto per contrastare il fenomeno dell’abbandono dei rifiuti lungo le sponde del torrente, ne tantomeno si conoscono gli sviluppi della vicenda riguardante l’area della ex fabbrica de “La Precisa”,  che attualmente è sotto sequestro per il rinvenimento in alcuni depositi costruiti proprio lungo la scarpata che interessa il Savone, di fusti che contengono fosforo rosso e per le coperture di questi magazzini fatte con amianto-cemento in pessimo stato di conservazione. Questo materiale pericoloso, vista la forte pendenza del terreno, potrebbe raggiungere in qualche modo il letto del torrente con tutte le conseguenze che ne potrebbero derivare.

 Lo stato di deterioramento e degrado di questi luoghi, causato dagli scarichi inquinanti e dall’inciviltà, comporta un evidente danno ambientale con conseguenti responsabilità collegate anche a reati contro la salute pubblica e contro l’ambiente, ma il perseverare nell’inerzia, con la complicità del silenzio, è un fatto molto grave considerato l’interesse prioritario della salvaguardia dell’ambiente e della tutela del diritto alla salute.

Americo Balasco

Pubblicato sulla Gazzetta di Caserta di sabato 12 gennaio 2013

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