Nella storia biblica della creazione ci viene
raccontato che Dio soffiò su una zolla di terra e in questo modo l'uomo diventò
un essere vivente. E’ proprio questo soffio sulla terra che si ode ancora nel
punto suggestivo di incontro tra le acque del Savone e il tufo del grottone. In
questo posto di incontro degli elementi, situato a pochi passi da via Carrano a
Teano Scalo, fuoco, terra, aria e acqua sembrano essersi dato appuntamento per
celebrare il respiro infinito della vita. Il fuoco visto come Empedocle:
Zeus, il dio della luce celeste come il fuoco. Le acque del Savone mentre scorrono
lente tra profondi pendii scavati dal tempo si immettono in una grotta
naturale, quasi sparendo, per riapparire dopo pochi metri. Se ci si china,
guardando al suo interno, nelle ore di massima luce solare, le acque sembrano
accendersi, sotto il riflesso della luce.
Il “ruttone” ha dato anche origine a racconti e
leggende che vengono da molto lontano. Una di queste abbastanza diffusa
racconta che il luogo è abitato da piccoli uomini; dei folletti dalla barba
lunga e bianca, molto dispettosi, che infastidiscono tutti coloro che si
trovano nei dintorni della grotta specialmente alle prime luci dell’alba.
Il luogo un
tempo incontaminato e ricco di vegetazione, anche per la presenza del monte di
Montanaro, offre ancora riparo alla fauna selvatica. E’ possibile fare incontri
con la regina del bosco: la beccaccia, e anche la volpe, il tasso, il
cinghiale, trovano in questo ambiente l’habitat naturale.
In questo posto è ancora possibile ascoltare il
rintocco infinito delle stagioni. La natura si veste a primavera con abiti
nuziali, gli alberi di pioppo si adornano di colori argentei durante la calura
estiva mentre le cicale cantano ininterrottamente, poi i colori si rincorrono
in un balletto tutto autunnale, arancione, rosso e sfumature di verde, in
inverno poi cala il silenzio e il posto assume un aspetto triste e malinconico.
E’ presente anche una sorgente naturale e un lavatoio
in pietra. La fontana del “prevete”.
Un salvadanaio di ricordi. Durante la seconda guerra
mondiale furono molte le famiglie che si rifugiarono dai bombardamenti in una
grande grotta a pochi passi dal Savone e dal “ruttone”, come una madre che protegge
tra le braccia i suoi figli. E’ stato anche punto di incontro per gli
innamorati che con la scusa di portare a pascolare il gregge o a lavare i
panni, si abbandonavano a indimenticabili tenerezze.
Ma durante i temporali invernali, il Savone esce dagli
argini, e ci rivela quanto male stanno facendo i sidicini al suo corso d’acqua.
Il piccolo fiume rigurgita tutto il pattume che viene abbandonato lungo le sue
sponde da cittadini irriconoscenti. Frigoriferi, buste di plastica, lattine e
bottiglie si depositano lungo i suoi argini. Poi arriva la primavera, e lei
stessa, quasi per vergogna, nasconde tutto tra la folta vegetazione.
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